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Les Eglantines

with M. Bonelli, L. Invrea

LOCATION

Vevey, Switzerland

DATE

2013

CLIENT

Foundation Les Eleglantines, Vevey

CONSULTING

G. Baldrati (strutture)

ing. Massimo Solcà

Franco Semini

COLLABORATORS

D.Proverbio

V.Bernasconi

M.Piatti

STATUS

Competition

Il tema progettuale è quello di una grande casa. Una casa speciale per persone che si confrontano quotidianamente con una realtà difficile.Deve essere un luogo facile. Dove tutti i problemi legati alle disabilità possano essere risolti in maniera razionale, morbida e senza traumi, affinché agli inquilini rimanga solo la sensazione di abitare in una casa, come tutti.Siamo in una zona residenziale a ridosso del centro e non lontana dal lago. Una scuola di fronte, la chiesa al suo fianco e la ferrovia a monte. Ci sono residenze per disabili immerse in ettari di natura ed isolate dal mondo, ma l’Eglantines fa parte di un’altra categoria. E’ un luogo di città e come tale va trattato, nel suo modo di confrontarsi con il paesaggio urbano circostante e di aprirsi oltre i propri confini.I vincoli imprescindibili imposti dalla forma del lotto, dalle esigenze degli utenti, dalle richieste del bando, vanno trasformati in opportunità per definire una chiave di lettura chiara e sensibile al contesto. L’ampliamento di progetto, in linea con il fabbricato di Prairie 26, vuole rimarcare il limite urbano tra collina e lago, tra campagna e centro storico, sottolineando una demarcazione già imposta dalla sede ferroviaria.Ai tempi in cui qui era stata costruita solo la chiesa, sul lotto dell’Eglantines crescevano filari di vite, ordinati in terrazzamenti digradanti verso il lago. Questo paesaggio a balze si rispecchia nei volumi e nelle terrazze del nuovo edificio. Una lettura verticale che riporta alla memoria l’orografia fortemente addomesticata, ma ricca ed affascinante, delle coltivazioni di montagna.La pianta dell’edificio assorbe invece le due direttrici di riferimento: una a monte, parallela alla ferrovia, su cui è impostata la facciata settentrionale alta e verticale, quasi a proteggersi dalla montagna e l’altra a valle, parallela alla strada su cui è impostata la facciata meridionale, dolce e trasparente sulla città. La presenza di terrazze, percorsi e grandi vetrate, aiuta ad estendere gli ambienti verso l’esterno, ne incrementa la vivibilità ed il rapporto con la natura che riveste il fronte. Una natura di aromi e rampicanti che si insinua sui tralicci, sulle strutture di facciata e sul lungo pergolato che coinvolge in un grande abbraccio l’intero complesso, dalla fontana ottocentesca alla villa di Prairie 24. Con un po’ di fantasia, lo stesso abbraccio che inscenano i danzatori durante la celebre festa dei “Vignerons de Vevey”.

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